Birmania

Si racconta che fin dall’antichità le bambine che avevano tra gli 11 e i 15 anni venissero tatuate sul viso dai genitori per renderle meno belle e meno attraenti. In questo modo i genitori ritenevano di poterle difendere dai capricci dei principi che, indistintamente e senza preavviso, le prendevano in moglie. Le bambine non avevano il potere di ribellarsi ed erano costrette ad accettare tutto passivamente. I tatuaggi, quindi, inizialmente avevano lo scopo di imbruttire i volti.

Ecco che  “sfigurare” il proprio volto era l’unica via di salvezza.

Soltanto in un secondo tempo, col trascorrere degli anni, questa usanza cominciò ad avere assumere il significato opposto: questi tatuaggi sul viso iniziarono a diventare un segno distintivo della tribù di appartenenza e della bellezza delle donne Chin di vecchia generazione.

Sono moltissimi i modelli e le tipologie di tatuaggi, in base alle tribù: a forma di D per le donne M’uun, lunghe linee verticali per le donne delle tribù Yin Du, e ancora cerchi, linee orizzontali e segmenti.

Bagan, il Lago Inle, il Chin e Mandalay. La Birmania è un paese ospitale e genuino e la sua cultura è ricca di mistero e tradizioni.